Siamo sempre di corsa, tirati, affaticati, preoccupati, agitati. Lo sapete che se il livello di stress oltrepassa la naturale soglia fisiologica e si protrae nel tempo diventa fonte di disarmonia dell’individuo?
Le ultime ricerche in cardiologia dicono che l’attivazione cronica dei sistemi collegati allo stress producono stati di infiammazione. Il nostro organismo,assediato, combatte come un guerriero con armi chimiche (adrenalina) che libera nel sangue con l’effetto di aumentare la frequenza cardiaca, il ritmo del respiro, la contrazione muscolare.
Non dobbiamo e non possiamo abbandonare gli impegni quotidiani, le scadenze, le difficoltà, i rumori, ma possiamo imparare a sentire che tutto questo non può impadronirsi della nostra vita, della nostra mente e delle nostre emozioni.
Che fare? Cavalcare la tigre anziché subirla. Se fossimo degli animali sarebbe tutto più semplice, loro scaricano l’adrenalina con dinamiche di fuga e lotta feroce.
Noi invece potremmo cominciare a rallentare, riscoprire la lentezza e svuotare la mente nei piccoli momenti liberi. Da tempo la scienza conferma che un respiro profondo e cosciente è in grado di attivare i centri nervosi posti sul diaframma capaci di contrastare gli effetti piu negativi dello stress.
Con lo yoga possiamo entrare in un’ altra dimensione del tempo, scoprire dettagli nuovi ( anche se da sempre sotto i nostri occhi) e conoscere il respiro che ci parla di noi. Una buona pratica sarebbe quella di ritagliarsi un piccolo spazio di tempo per concentrarsi su noi stessi e ritrovare il nostro ritmo naturale ogni volta che sentiamo il richiamo “animale dell’attacco”.
Può aiutare eseguire due respirazioni lente e profonde. A questo punto portiamo la nostra attenzione al centro del cuore, nel luogo di Anâhata, ci lasciamo andare al ritmo del respiro senza modificarlo e immaginiamo una sensazione di calore ed espansione del torace. Se questo non dovesse bastare possiamo diventare Simha, il grande leone. (Se siete in ufficio cercate un luogo appartato!)
Ci sediamo con la schiena dritta, premiamo saldamente i palmi delle mani contro le ginocchia. Apriamo le mani e allarghiamo le dita come gli artigli affilati del grosso felino.
Inspiriamo profondamente con il naso, quindi spalanchiamo la bocca e simultaneamente tiriamo fuori la lingua, apriamo gli occhi ed espiriamo con la bocca emettendo il suono “ahhh”.
Due o tre ruggiti possono bastare. Poi ci fermiamo, ascoltiamo. Tutto pian piano rallenta, tutto ritorna in armonia al qui e ora.
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